pratica di rigenerazione del paesaggio remoto attraverso l'esplorazione dell'edibile
Prometheus_ at Direct Current Method
20th of April 2018
Ex Centrale Idroelettrica A. Pitter, Malnisio
Montereale Valcellina (PN)
curator: Gianluca D’Inca Levi- Dolomiti Contemporanee
lecturer: Lorenzo Barbasetti di Prun
Prometheus_ è un polo per la ricerca il cui scopo è quello di accogliere persone in grado di esplorare luoghi remoti per generare, raccogliere e redistribuire conoscenze sul cibo.
Le tematiche di cui si occupa, o meglio ambisce ad occuparsi, sono varie, talvolta sterminate. Ma il motivo di questo incontro qui oggi mi porta a concentrarmi sui due cardini di questa pratica cercando di chiarire perché e in quale misura possa considerarsi rigenerativa: remoto e edibile.
Definiamo prima di tutto remoto, lo spazio in cui Prometheus_ opera attraverso esplorazioni condotte da piccole squadre di persone con diversa sensibilità e formazione nei più vari ambiti.
Il dizionario Treccani offre per remoto la definizione di lontano, assai lontano nello spazio (il Cambridge Dictionary aggiungerebbe and in time, nel tempo). Ma come spesso accade la natura di una parola è da è da ricercarsi nella sua etimologia. Il verbo latino re-movere suggerisce un'azione passiva, subita rispetto a ciò che consideriamo generalmente uno stato.
Nella mia definizione remoto non si configura quindi come un' intrinsecità di un luogo, ma come il risultato di un processo più o meno lungo di rimodellazione del suo senso e della percezione di questo si ha.
Luoghi e ambienti un tempo strategici possono diventare, a seguito di eventi di varia natura, remoti. Esattamente come può avvenire il contrario.
Per farsi un'idea dell'entità di questo fenomeno un dato su tutti è di una certa efficacia: secondo alcune stime condivise da diversi osservatori internazionali tra cui il Departement of Economic and Social Affairs delle Nazioni Unite 200.000 persone ogni giorno lasciano le cosiddette aree rurali per concentrarsi in grandi conglomerati urbani. Questo equivale ad una Trieste o una Padova che ogni giorno lascia posti come questo condannati quindi a diventare remoti, mentre città crescono e altre vengono costruite dal nulla.
Siamo stati abituati a percepire le migrazioni come come un problema, un pericolo spesso per la sicurezza e la stabilità di un paese. Ma mentre la percezione è indirizzata verso quell'aspetto della migrazione che è l' im-migrazione poco si parla di e-migrazione e per nulla si fa menzione della migrazione interna che pur costituisce la componente più consistente di quel dato.
Le Alpi, in particolare quelle italiane, sono costellate da casi tristemente esemplari di spopolamento che è allo stesso tempo causa e conseguenza del rimodellamento di senso cui questi sono andati in contro diventando remoti anche quando sotto la luce dei riflettori. Remoti perché ignorati e non affrontati nella loro complessità, ma piuttosto ridotti a stereotipo e soggetti ad interventi limitati, univoci e eventuali.
Questo comporta enormi conseguenze dal punto di vista ambientale, politico e socio-economico. Vorrei però concentrarmi su quelle culturali che sono poi quelle su cui si concentrano le esplorazioni di Prometheus_. E qui entra finalmente in gioco il secondo cardine di questa
presentazione, ovvero l'edibile.
Il nutrimento è la principale tra le primarie necessità animali e le strategie sviluppate da ogni specie sono essenzialmente interpretazione del paesaggio ed adattamento ad esso. Quelle uniche dell'Uomo sono per di più strumento attivo della generazione del paesaggio e del suo significato. Cibo è paesaggio e viceversa indissolubilmente: l'uno chiave di interpretazione dell'altro. Il rapido allontanamento delle dinamiche di produzione e trasformazione del cibo dalla nostra quotidianità è stato riscontrato come una delle cause di alienamento cui va in contro l'individuo nella società moderna occidentale e allo stesso modo lo disconnette dalle sue responsabilità nei confronti dell'ambiente che trasforma.
Il cibo non coincide infatti con l'edibile, ma ne è una ristretta ed accurata selezione compiuta da strumenti culturali che definiscono in tal modo la tradizione gastronomica specifica di una comunità e la sua identità in opposizione ad altre specificità.
La tradizione può infatti essere infatti definita come un corpo di conoscenze e strumenti passati di generazione in generazione attraverso credenze, storie e rituali. Lo scopo di questo corpo è quello di preservare quanto raggiunto da una determinata cultura e garantirne la riproducibilità nel tempo e di conseguenza la sopravvivenza della comunità. Più o meno come avviene a livello biologico con il DNA.
In ambito gastronomico tutto ciò che viene perso in termini di conoscenze o strumenti a causa di un'interruzione di questa catena torna inesorabilmente nel regno dell'edibile. Questo comporta una riduzione delle possibilità di sostentamento e sopravvivenza della comunità nonché un indebolimento della sua struttura identitaria indispensabile alla sua stessa stabilità e capacità di adattamento. La perdita di un così forte elemento di interpretazione del proprio territorio cambia quindi la percezione dello stesso e della posizione della comunità al suo interno in maniera drammatica. Si tratta di un enorme spreco di ciò che ha richiesto secoli per essere sviluppato e messo a punto, la chiave della vita in un determinato ambiente.
Non conosco molto di genetica, ma un fatto espresso in maniera semplice e cristallina da Telmo Pievani in un suo discorso credo trascenda la genetica stessa e debba costituire un modo di pensare e di agire. In genetica nulla viene buttato: il DNA è in grado di tenere in memoria caratteri momentaneamente inutili o obsoleti che restano quindi sopiti. Questi non si manifestano nel fenotipo, in ciò che vediamo per intenderci, ma possono essere recuperati nel caso le condizioni di adattamento lo richiedano.
L'esplorazione dell'edibile portata avanti da Prometheus si configura quindi come strumento per rigenerare il paesaggio stesso nella percezione che di questo si ha recuperando quei tratti che rischiano di andare persi o forse già lo sono e nel contempo generando nuove conoscenze per future interpretazioni e nuove possibilità di adattamento.